Mente e cervello, due rette parallele?

Mente e cervello, due rette parallele?

Mente e cervello, due rette parallele?

È ormai dimostrato che la psicoterapia, ossia la "cura con la parola", produca dei cambiamenti a livello cerebrale: attraverso lo studio dei risultati di prove strumentali si è accertato come l'esperienza e l'apprendimento vadano a modificare la struttura anatomica e neurologica dell'encefalo.

Eric Kandel, neurologo e psichiatra statunitense, premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 2000, considera la psicoterapia come un trattamento biologico. Iniziando i suoi studi attraverso la sperimentazione del comportamento e del sistema nervoso dell'Aplysia, una piccola lumaca, è arrivato ad estendere le sue scoperte anche all'apprendimento dell'essere umano. Secondo i suoi studi, l'apprendimento produce un rafforzamento delle sinapsi, quindi delle interconnessioni tra le cellule nervose, non andando però ad intaccare la struttura del neurone stesso. Un altro aspetto fondamentale che è emerso dai suoi studi è relativo ai rapporti tra patrimonio genetico e plasticità e modificabilità del cervello: le connessioni sinaptiche possono essere modificate in modo stabile dalle nuove esperienze. L'idea che Kandel ha portato avanti è che la comprensione dei processi biologici dell'apprendimento e della memoria permettono di indagare il comportamento delle persone, i loro disturbi e i sintomi derivanti da patologie psichiatriche.

Questa intuizione è stata fondamentale perché ha aperto la strada a rapporti interdisciplinari tra biologia, psichiatria e psicoanalisi, inaugurando un filone promettente di studi chiamato Neuropsicoanalisi. Si tratta di un paradigma di ricerca che ha l'obiettivo di coniugare i modelli teorici di psicoanalisi e neuroscienze, per favorire una più ampia comprensione delle mente e del cervello.

Sigmund Freud, fondatore della Psicoanalisi, si è formato inizialmente a livello accademico come neurologo, interessandosi alle cellule nervose e alle lesioni cerebrali oltre che alla loro localizzazione. Successivamente si è focalizzato in maniera esclusiva sulle componenti psicodinamiche come l'Io, i sogni e l'inconscio. All'interno della sua ampia produzione letteraria, c'è un importante testo intitolato "Progetto di una psicologia" (1895) in cui ha cercato di delineare il collegamento tra meccanismi neurali e concetti psicodinamici. Egli, tuttavia, non riuscì a trovare una connessione forte tra le due discipline, data anche l'immaturità dell'epoca circa le conoscenze e le modalità di indagine in ambito neuroscientifico, quindi abbandonò l'impresa considerandola un fallimento. Più di recente tale scritto è stato rivalutato e, a sostegno della tesi, si è giunti alla nascita di una nuova disciplina, appunto la Neuropsicoanalisi.

Il suo focus predominante è quello di collegare concetti psicodinamici come i sogni, l'inconscio, il Sé a specifiche funzioni psicologiche quali le funzioni affettive e cognitive, con l'ulteriore obiettivo di collocarle in determinate regioni cerebrali. Per questo motivo è bene utilizzare l'espressione "correlati neurali" dei concetti psicodinamici. Come suggerito da Solms (psicoanalista e neuropsicologo) e Panksepp (psicologo e neuroscienziato), questa disciplina ponte può essere considerata un proseguimento e un ulteriore ampliamento delle idee freudiane, la volontà di delineare una psicologia scientifica che possa dar vita ad un nuovo modello di mente umana.

Per comprendere ulteriormente la neuropsiconalisi, è bene riflettere anche sulla modalità utilizzata da Freud per approcciarsi alle funzioni psicologiche per parlare di apparato psichico. Egli ascoltava i suoi pazienti indagando i contenuti mentali che, successivamente, venivano associati a specifiche funzioni psicologiche, diventando più tardi meccanismi psicodinamici. Se pensiamo ai sogni, essi permettono di indagare i contenuti mentali di un paziente, opportunamente interpretati da Freud secondo associazioni che facevano emergere una specifica valenza, non evidenziabile al di fuori del sogno stesso. Freud quindi, attraverso questo procedimento ha dedotto un meccanismo psicologico di difesa, la repressione, che permette di tenere nascosti determinati contenuti di valenza sessuale durante il giorno per farli poi emergere nel sogno. Possiamo definire quindi questo approccio come basato sulla funzione. A differenza di Freud, le neuroscienze non partono nelle loro indagini da contenuti individuali ma si basano sull'analisi di comportamenti oggettivi come interazione, cognizione ed emozione. Nonostante questa differenza, tuttavia, si inferiscono anche in questo caso delle funzioni psicologiche. Da una parte un approccio basato sulle funzioni a partire da contenuti mentali ossevati, dall'altra a partire dal comportamento osservato.

Identificare i correlati neurali di specifici meccanismi psicodinamici diventerebbe utile nella pratica clinica anche per il trattamento di diversi disturbi psichiatrici e, dall'altro canto, la prospettiva psicoanalitica potrebbe guidare la ricerca neuroscientifica attraverso una maggiore comprensione di concetti psicodinamici di base.

All'epoca attuale, il miglioramento e la modernizzazione di sempre più innovative tecniche di visualizzazione e di indagine cerebrale hanno dimostrato, attraverso prove neurologiche convincenti, l'esistenza dell'inconscio: è quindi provato che, gran parte della vita mentale complessa non sia cosciente, esistono pensieri ed emozioni che fanno agire gli uomini apparentemente senza motivo. In tal senso, la psicoanalisi permette di risalire a traumi, elaborarli e integrarli diventando un prezioso strumento di cambiamento: il processo di cura consente infatti di vivere il ricordo turbante attraverso una nuova esperienza nel rapporto con l'analista.

Questa nuova prospettiva consentirebbe la comprensione dei più complessi fenomeni mentali come la coscienza, l'influenza di diversi contesti sull'attribuzione di significati, la rappresentazione di sé e degli altri, etc., offrendo nuovi input di indagine a quadri patologici come schizofrenia, autismo, disturbo di personalità borderline nei quali, appunto, le rappresentazioni di sé e degli altri sono distrutte o disfunzionali.

Concludendo

Esistono molte relazioni tra neuroscienze e teorie psicoanalitiche che sono state validate identificando i relativi correlati neurali. Organizzazioni dinamiche a livello neurobiologico hanno un'influenza sullo sviluppo di strutture intrapsichiche: tali strutture si definiscono in termini psicodinamici andando a determinare il comportamento che, agendo in sinergia con le prime, va a influenzare il livello neurobiologico.

La psicoterapia si è dimostrata essere un trattamento in grado di modificare stabilmente il cervello; le nuove esperienze e i nuovi apprendimenti modificano in maniera documentabile le connessioni sinaptiche.

Quali sono i livelli di indagine che rappresentano un campo comune di intersezione tra il livello neurobiologico e quello esistenziale-simbolico, tali da fornire un arricchimento reciproco?

  • studio delle emozioni e del loro ruolo fondamentale a partire dallo sviluppo della mente infantile, nell'organizzazione delle memorie e del comportamento
  • ricerche sulle differenti forme di memoria e sul loro rapporto con le funzioni e caratteristiche dell'inconscio
  • scoperte sul sonno REM e non-REM e sui rapporti con il sogno
  • studio del feto, del suo comportamento e dello sviluppo del sistema nervoso centrale
  • osservazioni delle prime comunicazioni neonato-madre oltre che dell'ambiente di accudimento (infant oberservation)
  • ricerche sullo sviluppo del linguaggio a partire dall'epoca prenatale fino all'organizzazione neurologica dei centri sensoriali, motori, grammaticali e semantici
  • maturazione neurobiologica e sviluppo mentale, in relazione a coscienza ed inconscio

analisi delle questioni relative ai neuroni-specchio e su come il cervello è in grado di produrre configurazioni neuronali rispetto al proprio movimento o all'osservazione di individui che compiono gli stessi movimenti; questa tipologia di studi può essere estesa in relazione all'intenzionalità, imitazione, simulazione incorporata e condivisione di stati affettivi e relazionali normali e patologici.


Dott.ssa Alessandra Roberti
Psicologa a Roma

Dott.ssa Alessandra Roberti

Sono una Psicologa clinica. Fornisco consulenze e supporto psicologico, affiancando il paziente con sensibilità e competenza.

Partita IVA 02372640447
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio col n.23867

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